Le proprietà della caffeina ed i rischi nell’eccessiva assunzione

La caffeina la conosciamo un po’ tutti, presente nel caffè e nel cioccolato è considerata uno dei piú potenti “stimolanti” del sistema nervoso centrale, ma è stato scoperto faccia anche di piú. Per gli esperti della Harvard School of Public Health di Boston l’assunzione quotidiana di 3/5 tazzine di caffè riduce infatti del 15% le possibilità di morte prematura e le probabilità di contrarre malattie cardiache, epatiche e diabete tipo 2.

Insomma, qualcosa di straordinario per la salute, anche in considerazione del fatto che recenti dati diffusi in ambito cardiologico affermano che il caffè è la sostanza con più antiossidanti esistente in natura.

La caffeina è un alcaloide naturale presente in foglie, semi e frutti di diverse piante (caffè, tè, cacao, guaranà, mate e almeno 60 vegetali), ma non bisogna esagerare nel suo consumo.  Il suo effetto stimolante provoca l’aumento della produzione di succhi gastrici e non è indicato per chi è affetto da gastrite, ulcera o reflusso gastroesofageo; l’effetto tonico può essere dannoso per quanti soffrono di ipertensione, insonnia o vampate di calore, ed un consumo eccessivo può causare tachicardia, sbalzi di pressione e tremori, non è quindi idonea l’assunzione anche per coloro che soffrono di attacchi di panico e malattie psicosomatiche

Oltre al caffè, la caffeina è presente anche nel cioccolato, nella noce di cola, nelle bibite analcoliche, nel tè ed in vari farmaci da prescrizione e da banco. La quantità di caffeina presente in una tazza di caffè o tè varia a seconda del tipo di bevanda, dalla torrefazione e dal volume della tazza. Date un’occhiata alla tabella qui sotto:

  • Caffè americano 250 ml contiene 60-120 mg
  • Caffè espresso da 30 a 50 mg
  • Caffè decaffeinato 3-9 mg / 150 ml
  • Tè debole (infusione da 1 min) 19-28 mg / 140 ml
  • Tè forte (infusione di 5 min) 38-70 mg / ml
  • Tè verde 15 mg / 140 ml
  • Tè freddo 22-36 mg / 240 ml
  • Bevanda analcolica di cola 47 mg / 360 ml
  • Cacao 0-16 mg / 217 ml

L’effetto principale della caffeina è quello di stimolare il sistema nervoso centrale aumentando la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa, cresce inoltre la produzione di urina dai reni. Il muscolo cardiaco viene stimolato e diminuisce la resistenza periferica nei vasi sanguigni.

La caffeina viene facilmente assorbita e si diffonde facilmente, tutto ciò la rende la un integratore efficace per coloro che vogliono aumentare le prestazioni sportive (per gli sport di resistenza la letteratura scientifica suggerisce che una dose di 9 mg di caffeina per kg di peso corporeo, assunta 1 ora prima dell’esercizio, migliora le prestazioni del VO2max di circa l’ 80%) e la concentrazione, ma può risultare anche pericolosa se non vengono seguite correttamente le linee guida adeguate per un uso sicuro.

Grandi dosi di caffeina inducono quelle che sono chiamate “risposte neuroendocrine“, effetti molto simili a quelli che si presentano con lo stress e gli stati d’ansia, caratterizzate da un aumento del corticosterone sierico e dell’endorfina B, e da una diminuzione della produzione dell’ ormone della crescita e di quello che stimola la tiroide. Tuttavia, questi effetti non si verificherebbero in individui adulti che consumano basse dosi di caffeina giornaliere, 1-2 tazze  al giorno.

La caffeina ha inoltre un effetto lipolitico, brucia i grassi piú facilmente, che viene ovviamente annullato se si assume il caffè con  lo zucchero (20 calorie a cucchiaino) o macchiato (10 calorie).

Il limite di assunzione giornaliera di caffeina è di 300 milligrammi, ossia 5 espressi (60 mg di caffè ciascuno) o 3 tazzine abbondanti di caffè moka (85 mg di caffeina cadauno), ma le donne in gravidanza dovrebbero limitarne al massimo il consumo in quanto alte dosi di questa sostanza risultano pericolose per il feto. Da non trascurare le sue spiccate proprietà cosmetiche: non solo è efficace nel trattamento anticellulite in quanto la caffeina stimola la mobilitazione dei grassi accumulati, ma migliora la salute del capello ed agisce sul bulbo attivando la ricrescita, tanto che diversi studi hanno dimostrato la sua efficacia in casi di alopecia maschile.